Seguici su

 

Riserva Naturale Orientata Bosco d'Alcamo 
GALLERIA FOTO
Istituita con Decreto Assessoriale Regione Siciliana Territorio ed Ambiente n. 206 del 29 giugno 1984 si estende sul Monte Bonifato in un’area compresa tra i 340 e gli 825 metri s.l.m.., occupa una superficie complessiva di circa 313 ettari di cui 210 ettari in zona A e 113 ettari in zona B. Il bosco d'Alcamo, costituito prevalentemente da conifere miste a latifoglie, è il risultato di una intensa attività di rimboschimento iniziata negli anni venti del secolo scorso e continuata fino agli anni ‘80.
I primi rimboschimenti furono realizzati con pino d'aleppo e cipresso. Successivamente, a metà del secolo passato, venne fatto più ampio uso di pino domestico.
Il bosco di conifere, specie sui versanti nord e nord-ovest, è frammisto ad un fitto sottobosco spontaneo di latifoglie, rappresentato da leccio e roverella.

L’orientamento dell’istituzione del bosco d’Alcamo a riserva è la conduzione allo stadio climax, che allo stato attuale richiederebbe una spesa non indifferente. Infatti l’ecosistema boschivo artificiale necessita di interventi silvicolturali verso una formazione vegetazionale definita quasi naturale e fondata essenzialmente nel ritorno indotto alle formazioni di lecci e roverelle.

All’interno della RNO “Bosco d’Alcamo”, anche Sito Natura 2000, ITA010009 e in prossimità della riserva si trovano resti di interesse storico-culturale, tra cui: una necropoli di origine preistorica, il Castello dei Ventimiglia, la Porta Regina, i resti della città fortificata di Bùnifat, contenente antiche costruzioni unicellulari, cisterne, neviere ed il serbatoio idrico della c.d. Funtanazza.

All’interno della riserva sono presenti 3 percorsi diversi:
Sentiero archeologico
Il sentiero archeologico si snoda tra i ruderi del piccolo borgo medievale Bunifat posto sulla cima del Monte Bonifato, alla scoperta dei resti dell’antica comunità.
I dati archeologici riguardanti tale periodo sono arricchiti dalle emergenze monumentali che si scorgono lungo il percorso: la Funtanazza (serbatoio pubblico medievale), la Porta della Regina (il più importante degli accessi all’abitato); i resti delle abitazioni, le cisterne, con le volte a sesto acuto e/o a botte, realizzate per sopperire alla carenza d’acqua nel centro abitato e databili tra il XII e il XIII secolo, le due torri che chiudono le fortificazioni sui versanti Est e Sud-Ovest, il possente muro di cinta, di larghezza pressoché uniforme di due metri, che si sviluppava in almeno quattro lunghi tronconi e cingeva l’abitato di monte Bonifato, le neviere, che costituivano anche un ulteriore riserva idrica e il Castello di Ventimiglia, di architettura sveva, che si avvaleva della posizione naturalmente forte ed era rafforzata da quattro torri impostate a cavaliere sulla cortina muraria. Attualmente si conserva la torre principale, un robusto torrione (10x17mt), dotato di piccole feritoie a toppa.

Sentiero delle Orchidee
Il sentiero, tracciato sul versante Ovest, si insinua attraverso pini domestici e pini d’aleppo di recente impianto, nonché cipressi e frassini dai quali un tempo si estraeva la manna. La minore densità degli alberi con conseguente migliore insolazione del suolo è la causa della presenza di un sottobosco con un maggiore sviluppo e varietà di specie. Tra queste, quelle arbustive che lo compongono: l’ogliastro i cui teneri rami vengono utilizzati per l’intreccio di ceste, il prugnolo dalle molteplici proprietà medicinali. Tra le specie erbacee troviamo qui, come in tutta la riserva, il pungitopo, il cui rizoma insieme alle radici di asparago è impiegato nella preparazione di infusi e distillati. Caratteristica del percorso è la presenza di 28 specie di orchidee che all’ombra del sentiero trovano il loro habitat naturale. Da agosto a ottobre insieme alla fioritura delle orchidee si possono osservare le lunghe infiorescenze della scilla marittima il cui bulbo ha proprietà cardiotoniche.

Sentiero San Nicola
Percorrere questo sentiero per il visitatore è fare, nella buona stagione, un bagno di sole e di profumi. Il paesaggio qui cambia radicalmente, lo sguardo spazia verso sud e l’interno della Sicilia. Ai lati del sentiero alberi di giuda, terebinto e cespugli di lentisco dalla cui corteccia si estrae la resina nota come mastice di chio. I declivi rocciosi sono occupati dalla gariga: l’ampelodesma, la palma nana, la ferula, il cappero, piante che hanno rivestito un ruolo importante nell’economia contadina di un tempo. Il giallo delle ginestre e l’odore pungente della ruta, dell’assenzio, dell’origano e della menta selvatica. Le giovani chiome del pino d’aleppo, “albero pioniere” ricoprono il sottobosco in cui predomina l’asparago pungente i cui teneri germogli vengono consumati lessi in risotti e frittate. Lungo il sentiero la vegetazione cambia a causa dell’altitudine: l’euforbia cespugliosa lascia il posto all’euforbia arborescente e all’acanto che si trovano solo ad una altezza di 500 metri.

La fitta vegetazione di questa riserva ospita una fauna peculiare in quanto costituisce un’area boscata relativamente isolata rispetto al territorio circostante.

La fauna della Riserva.
Nella riserva vivono numerose specie di rapaci, fra cui la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus), il barbagianni (Tyto alba), la civetta (Athene noctua) e l’allocco (Strix aluco).
Il bosco è popolato dalla ghiandaia (Garrulus glandarius), dal colombaccio (Columba palumbus), dalla taccola (Corvus monedula), dal pettirosso (Erithacus rubecola), dal merlo (Turdus merula), dal verdone (Carduelis chloris), dal verzellino (Serinus canarius), dal rampichino (Certhia brachydaptyla), dalla cinciallegra (Parus major) e dalla cinciarella (Cyanistes ceeuleus).

La riserva è frequentata anche da uccelli migratori come la tortora (Streptopelia turtur), la quaglia (Coturnix coturnix), il cuculo (Cuculus canorus) e l’upupa (Upupa epops).

Da segnalare la presenza del picchio rosso maggiore (Picoides major) come nidificante.
I mammiferi nell’area sono rappresentati da coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), volpe (Vulpes vulpes), istrice (Hystrix cristata), riccio (Erinaceus europaeus), donnola (Mustela nivalis) e topo quercino (Elyomis quercinus).

Fra i rettili si può citare il biacco (Hierophis viridiflavus) che è il più comune serpente siciliano, dal cui colore interamente nero deriva il nome dialettale “serpe nivura”, la vipera (Vipera aspis), la lucertola campestre (Podarcis sicula) che si può osservare nelle zone più aperte, e il ramarro occidentale (Lacerta bilineata).

Come arrivare:

In aereo
- Aeroporto Trapani/Birgi Vincenzo Florio
- Aeroporto Palermo Falcone e Borsellino

In autobus
www.aziendasicilianatrasporti.it

In auto

- autostrada A/29. Uscita per Alcamo: la riserva si trova a 6 Km dall’abitato, sulla vetta del Monte Bonifato

COME RAGGIUNGERE più facilmente la Riserva
Autostrada A29 uscita Alcamo Ovest
Proseguire in direzione Alcamo

All’ingresso della città mantenere la destra e percorrere Corso Generale dei Medici

Svoltare leggermente a sinistra

Subito dopo a destra per Piazza Pittore Renda

Proseguire dritto per Viale Italia fino alla rotonda

Prendere la seconda uscita ed imboccare Viale Europa

Seguire le indicazioni per la Riserva Naturale Orientata Bosco d’Alcamo

Svoltare a destra per Via Monte Bonifato e percorrere tutti i tornanti per alcuni Km fino al piazzale della Funtanazza
torna all'inizio del contenuto